La Storia Di Carlo – Prefazione

Stavo oggi rileggendo le righe scritte ormai lo scorso anno, righe in cui racconto sostanzialmente quanto successomi nei mesi precedenti . E’ la storia della mia battaglia contro il Sars Cov 2, durata parecchi mesi e vinta grazie soprattutto al grande lavoro del reparto covid e terapia intensiva dell’ Ospedale di Borgo Trento.

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Come quasi sempre mi accade, poco mi piace come scrivo, specialmente se mi rileggo più volte. Per giunta, quasi tutto quello che racconto è in realtà la trasposizione di quanto mi è stato riferito, dal momento che, per la massima parte di quel periodo, io non ho fatto altro che “dormire”, per effetto delle continue sedazioni.

Soltanto verso la fine del breve racconto, mi permetto di fare qualche considerazione in cui ricordo doverosamente quanti mi hanno seguito (personale medico ed infermieristico) e sostenuto (parenti e amici), terminando con una sacrosanta raccomandazione a non sottovalutare la pericolosità del covid; ricordo qui nuovamente che il racconto è stato scritto verso la fine di settembre, quando ancora la situazione sembrava ben sotto controllo, le terapie intensive erano pressoché vuote, almeno di pazienti covid, il conteggio dei decessi in Italia si era da tempo assestato di poco al di sopra delle 36.000 unità (ora abbiamo tragicamente superato la soglia degli 80.000).

Un caro amico, il giorno in cui mi dimisero dall’ospedale (era l’11 di settembre, dopo quasi 5 mesi di ricovero), scrisse due righe in cui affettuosamente e simpaticamente celebrava il mio ritorno, come “il ritorno della nave in porto dopo una tempesta”.
Ora quel giorno, uno di quei giorni che nella vita non puoi dimenticare, sta piano piano allontanandosi come l’onda segnata dalla barca che, rimuovendosi dietro la poppa, si va allontanando dal lido…

Ma rendendomi conto che, appunto piano piano, sto remando verso il ritorno alla vita di tutti i giorni, ed anche constatando purtroppo che il dramma covid è tornato ad imperversare come e più di prima, sento il bisogno di riprendere in mano il vecchio racconto, di rispolverarlo.

Perché mi dicono che non sia giusto farlo morire nel nulla. Forse qualcosa può trasmettere, anche se magari un po’ tardivamente. Si tratta pur sempre di una storia vera, drammatica in certi momenti, ma che ha anche, come un buon romanzo, un lieto fine.

Verona, Gennaio 2021

Carlo V.